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Volevano obbligare Onofri a prelevare i soldi dalla Posta. Stampa
Scritto da Administrator   
domenica, 02 aprile 2006

ALESSI AVEVA PERSINO LANCIATO UN APPELLO: LIBERATELO !

Una «recita» lunga un mese.tommy_onofri.jpg
Poi il muratore è crollato........

Volevano obbligare Onofri a prelevare i soldi dalla Posta.
Il manovale era pieno di debiti





PARMA. Immobile, a fianco della strada, mostra ai poliziotti e ai carabinieri dove ha gettato il corpicino di Tommy. «Ma forse - dice quasi tra se, in preda a una voglia incontenibile di raccontare tutto, ma proprio tutto - era già morto, povero piccolo». Non rinuncia alle frasi lacrimose, alla retorica da trash tv, neanche adesso. Il colpo di grazia, insomma, è qalessi_m.jpguasi un gesto di buonismo. Gente abituata a sgozzare gli animali, gli agnelli e i capretti, sul pavimento davanti alla casa, tanto che i rivoli di sangue non riesce a dilavarli neanche la pioggia. Flash di qualche giorno fa. Che adesso fanno ribrezzo, orrore, schifo. Mario Alessi non era ancora indagato di nulla. onofri.jpgErano passati pochi giorni dalla scomparsa di Tommy. Siamo davanti al suo cascinale di via della Puia 9, Coenzo, frazione di Sorbolo. Il cane da guardia è chiuso nel recinto, un bellissimo cucciolo ci corre incontro. L'orto è tenuto con una cura maniacale, il giardino è un modello, i giochi di suo figlio Giuseppe sono ordinati e simmetrici. Non c'è nessuno. La sua vecchia Uno verde è parcheggiata nel retro, in mezzo al fango. C'è un silenzio perfetto, e sull'argine passa lenta l'Alfa della mobile. Due agenti sorvegliano la zona da un piazzale lontano, con i binocoli. Una vicina sposta una tenda e dice a bassa voce che «quello non c'è, boh, sarà dalla suocera».

Il tono è eloquente: paura e fastidio, ostilità. Andiamo dalla suocera.alessi_mario.jpg Alessi è lì. Ha i capelli grigi, folti e curati, è alto e ha le mani segnate dal lavoro. Maglione e blue jeans. Fa il muratore, il contadino, qualsiasi cosa. Ha 120 mila euro di debiti, la prima famiglia da mantenere in Sicilia (una figlia universitaria, l'altro alle superiori) e invia soldi quando può. A Parma era arrivato nel '92, ad Agrigento era tornato nel 2000, giusto il tempo di farsi arrestare per uno stupro ai danni di una sedicenne. Il fidanzato lo aveva legato a un albero, perché potesse assistere al ciclo di sevizie.

Un bel biglietto di visita. Ma il suo amico e datore di lavoro, Pasquale Giuseppe Barbera, non aveva avuto esitazioni e lo aveva spedito, alessi_3.jpgassieme ad altri pregiudicati, a lavorare nella cascina degli Onofri. L'idea del sequestro nasce lì, durante i lunghi mesi trascorsi a Casalbaroncolo. «Io sono amico degli Onofri, una famiglia che è un modello per me - raccontava, come un juke box a tv, giornalisti, rotocalchi strappalacrime - ma non so nulla di Tommaso. Sono padre anch'io, ai bambini non si deve fare nulla». E Tommy lo aveva visto? «Un bellissimo bambino, delizioso. Con me giocava spesso, mentre lavoravo per i genitori. Io a Paolo Onofri lo conosco così, non siamo amici e hanno detto che mi doveva dei soldi, invece non è vero».

In quei pochi minuti fa in tempo a indicare l'auto della polizia che incrocia nei dintorni. «Li vede? Tutto il giorno così. Mi hanno fatto duealessi_preso.jpg perquisizioni. Cercavano armi». La voce diventa un sussurro. Occhi bassi, sdraiato sul divano, il carrello con le bottiglie dei liquori e l'immagine di Santa Rosalia appesa al muro. La casa è pulita, dappertutto ci sono i giochi del bambino. Accorato: «Da quel momento Giuseppe non dorme più, è rimasto sconvolto per questi controlli che hanno sconvolto la nostra famiglia, sa, non riesco antonella_conserva.jpgneppure più a lavorare, non so come guadagnarmi il pane».Qualche giorno dopo, quando già ha ricevuto l'avviso di garanzia: «Ho un peso sul cuore, non posso più vivere con questa terribile accusa». Porta una mano sul cuore. Un gesto lento, studiato. «Sono completamente estraneo, ma chi può mai aver fatto male a un fagottino del genere, faccio un appello (rivolto a una delle tante telecamere) faccio-un-appello- per la liberazione di Tommaso.

I genitori tommasino genitori_1.jpghanno già sofferto troppo». Poi si scopre che lui e la moglie avevano persino tentato di guadagnare sulla morte di Tommy: «Se mi vuoi intervistare devi darmi dei soldi, mi hanno offerto anche mille euro, le tv. E tu quanto mi dai?». E la moglie sta ad ascoltare, intuisce lo stupore e lo sdegno per questo mercanteggiare sul prezzo, e dice: «In questo momento, per noi, mille euro sono tutto. Ne abbiamo bisogno, Mario non riesce più a lavorare».

Ultimo Aggiornamento ( domenica, 02 aprile 2006 )
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