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I comenti dei due schieramenti all'editoriale del Corriere . Stampa
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mercoledì, 08 marzo 2006
Le reazioni della Cdl e dell'Unione
Fini: «Vuole seminare zizzania». Casini: «Speriamo gli italiani non lo seguano». Rutelli: «Una spinta a dare governabilità»
ROMA - Immediate e numerose le reazioni nel mondo politico all'editorialedel Direttore,Paolo Mieli. Numerose, com'era facile attendersi, le perplessità e le critiche dal centrodestra.
NEL CENTRODESTRA
Gianfranco Fini (An): «Non meraviglia che il direttore del Corriere della Sera - dice il vicepremier Gianfranco Fini- espliciti ciò che era noto: il suo voto alla coalizione di centrosinistra. È l'ulteriore conferma di quanto sia fuori dalla realtà l'accusa rivolta dalla sinistra a Berlusconi di controllare l'informazione. Ciò che stupisce è la speranza che Forza Italia perda, e che An e Udc crescano. È uno smaccato tentativo di seminare zizzania nel centrodestra, di presentarci come cavalli di troia della sinistra e di mascherare le profonde divisioni politico-programmatiche della coalizione di Prodi. Non abbocchiamo all'amo - avverte il leader di An - . E ricordiamo a Paolo Mieli che l'unità politica e programmatica della Csa delle Libertà è tale da rendere evidente che la coalizione vince o perde tutta insieme. E che perda, come dice lo stesso direttore del Corriere, è tutto da dimostrare...»
Pierferdinando Casini (Udc): «Il Corriere della Sera ha espresso una propria convinzione in una maniera un po' inconsueta per un giornale indipendente, anche se non è la prima volta. Abbiamo visto che nel referendum sulla fecondazione il Corriere scese in campo pesantemente invitando gli italiani ad andare a votare. In quel caso gli italiani non seguirono il Corriere, spero che non lo facciano neanche questa volta».
Rocco Buttiglione (Udc): «Mi ricorda quello con cui il Corriere invitava gli italiani a votare si in modo massiccio e compatto al referendum sulla procreazione assistita...e poi si è visto come è andata a finire».
Fabrizio Cicchitto (Forza Italia): «Paolo Mieli fa una doppia dichiarazione di voto, una a favore del centrosinistra e l'altra, per ciò che riguarda il centrodestra, contro Berlusconi. È la prima volta che il Corriere della Sera fa una scelta di campo e la accompagna anche con indicazioni riguardanti perfino gli equilibri interni degli schieramenti politici»
Sandro Bondi(Forza Italia) : «L'annuncio del direttore del Corriere della Sera è una decisione di trasparenza, conseguente e coerente con il venir meno da tempo dell'indipendenza del quotidiano di via Solferino, ma è anche la conferma del suo progressivo distacco rispetto alla volontà della maggioranza degli elettori moderati, laici e cattolici».
Giuseppe Pisanu (Forza Italia): «Nulla da dire: il Corriere della Sera si schiera apertamente a favore di una parte politica e lo fa in coincidenza con l'avvio pratico della campagna elettorale. Avrei qualcosa da ridire invece sul tentativo di dividere lo schieramento di centrodestra indicando preferenze al suo interno». Ma il Corriere è un giornale libero, libero di fare le sue scelte. Ne risponderà ovviamente ai suoi lettori».
Francesco Speroni (Lega): «Tutti i poteri forti stanno a sinistra. Da Montezemolo a quella gente lì. E questa è la dimostrazione».
CENTROSINISTRA

Romano Prodi (Unione): «Va bene». Così Romano Prodi, da Caltagirone, risponde ai cronisti che gli parlano dell'editoriale di Paolo Mieli sul Corriere della sera e del fatto che ha prodotto un pò di 'maretta' nel mondo politico e in particolare nel centrodestra. È contento? «Contento», risponde il leader dell'Unione. Ma di cosa, dell'editoriale o della maretta? «Va bene l'editoriale - dice Prodi - e va ancora meglio la maretta».

Piero Fassino (Ds):
«Esprimo solidarietà al direttore del Corriere della Sera, attaccato brutalmente dalla destra per l'editoriale di stamani. Non passa giorno che Berlusconi e la destra non attacchino chi esprime opinioni diverse e non gradite: un giorno è la Confindustria, l'altro i magistrati e l'altro ancora i sondaggisti. Oggi è toccato al direttore del più grande quotidiano del Paese. E' il segno dell'affanno e della disperazione di chi sente avvicinarsi la sconfitta elettorale e spera di evitarla a destra e a manca. E invec bisognerebbe sapere che in democrazia le opinioni altrui si rispettano anche quando non piacciono».
Francesco Rutelli (Margherita): «Si tratta di una presa di posizione trasparente e convincente. Ogni giornale ha piena libertà di esprimersi nella competizione elettorale come è tipico peraltro della tradizione anglosassone a volte anche in modo imprevedibile rispetto all’orientamento che era loro attribuito. Nel caso italiano avremo testate schierate come il giornale di famiglia di Berlusconi, avremo molti giornali neutrali o di partito e abbiamo la posizione importante di Mieli e del Corriere che riflette una spinta per dare al Paese governabilità ed equilibrio».
Fausto Bertinotti(Rifondazione): «Vorrei che facesse scuola. È importante che un grande soggetto politico e culturale, addirittura oggetto di scalate e di contesa, impegnato sempre nella difesa sua autonomia, abbia preso questa iniziativa. La trasparenza di un direttore che declina la sua posizione rende tutti più garantiti perchè non si nasconde e non mistifica. Non ha una posizione occulta, ma ai lettori dice la penso così. È un elemento di deontologia, lo dovrebbero fare tutti i direttori».
Marco Rizzo (Pdci): «Salutiamo favorevolmente la presa di posizione del direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli che, lucidamente consapevole dei disastri di cinque anni di governo Berlusconi, auspica la vittoria dell'Unione. La partita vera, però, si giocherá dopo le elezioni, quando verranno definite le linee programmatiche e le prioritá del futuro governo di centrosinistra», dice l'europarlamentare del Pdci Marco Rizzo.
Alfonso Pecoraro Scanio(Verdi): «La dichiarazione di Mieli è un elemento di trasparenza e un campanello di allarme per il centrodestra che farebbe bene a riflettere sulle motivazioni indicate dal direttore di Corsera: se è arrivato a parole così critiche, vuol dire che il malgoverno della Cdl ha superato ogni limite».
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