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Intervista a Luciano Violante:Gioco di squadra per smascherare il premier» Stampa
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lunedì, 06 febbraio 2006

da L'UNITA'- Roma 6/2/2006

Su e giù per la Sicilia, convegno dopo dibattito, campagna elettorale nel vivo. Luciano Violante, presidente dei deputati Ds, una ricetta ce l'ha per mettere fine al gioco al massacro che il premier perpetua pur se in assoluta solitudine. «Rispondere con una battuta e passare oltre».

 

Presidente, che si deve fare per togliere l'agenda politica al premier?
«Si deve lavorare sulla nostra agenda politica. Bisogna parlare dei nostri programmi, delle nostre priorità e delle nostre soluzioni».

Nel frattempo, però, Berlusconi appare ovunque e lancia attacchi durissimi al centro sinistra, ai «comunisti» soprattutto. L'Unione come si deve regolare?
«Quando il premier offende si deve rispondere rapidamente e duramente per poi passare all'agenda del paese. Lo scopo di Berlusconi è distrarre l'attenzione dal fallimento del suo governo e noi faremmo quello che lui precisamente desidera se scendessimo sullo stesso piano. Gli italiani ormai hanno capito qual è il suo scopo, noi restiamo in testa».

 

Berlusconi sostiene che ormai tra i due Poli c'è pareggio...
«Prima delle regionali disse che era certa la vittoria della Cdl: persero 14 a due. O cambia sondaggista o va incontro ad un'altra grande delusione».

 

Torniamo alle proposte. Proviamo a immaginare delle iniziative da mettere in campo subito. Cosa propone?
«Fissiamo alcune giornate tematiche in tutta Italia. Sei o sette da oggi fino alla fine della campagna elettorale. Scuola, infrastrutture, lavoro, sviluppo, equità fiscale, sanità, pensioni… Quel giorno ognuno, da Prodi al più giovane dei candidati, parla soltanto di quel tema in tutto il paese».

 

Sta invitando l'Unione a dire le stesse cose sullo stesso tema?
«Certo, perché in quel modo si fissa la nostra agenda, si fa capire in maniera chiara agli elettori qual è il nostro programma».

 

A proposito, crede che Romano Prodi debba andare al confronto con il premier?
«Questo lo deciderà Prodi, non spetta a me dirlo. Quello che lui deciderà, sarà ben fatto».

 

Ma un suo parere al riguardo?
«Non mi sembra corretto pronunciarmi. Comunque, sono convinto che non si decide l'esito di una consultazione sulla base di una conversazione dopo cinque anni di governo disastroso per tutto il Paese. Durante questi primi giorni di campagna elettorale ovunque mi è capitato di andare, da Imola a Palermo, da Caltanissetta a Trapani, si è parlato delle grandi questioni nazionali: la scuola, l'università, il lavoro, le infrastrutture, il welfare. I giovani ascoltano e prendono appunti: è del loro futuro che si parla e sono stanchi di promesse false. Si deve sfuggire dalla logica di palazzo, non si deve parlare al premier. Si deve parlare agli italiani».

 

Proviamo: scuola.
«Bisogna garantire il massimo di formazione possibile al massimo numero di persone possibile indipendentemente dal reddito. Tutti gli interventi della Moratti finora hanno sancito una discriminazione di classe. Il sapere è, invece, uno dei grandi diritti umani della modernità; non appartiene solo alla cittadinanza. La stessa cosa vale per la salute e per il lavoro. Si tratta delle missioni fondamentali di un moderno Stato democratico».

 

Infrastrutture: dopo cinque anni da dove si dovrebbe ricominciare?
«Oggi stiamo a questo punto: pulci sui treni e due ore e 15 per percorrere con una corriera la Palermo-Trapani. Dobbiamo darci l'obiettivo di risolvere uno dei più grandi problemi, sottolineato nei giorni scorsi da Confindustria: lo spostamento delle persone e delle merci. Noi, per esempio, guardiamo alle autostrade del mare, da Taranto a Trieste, da Palermo a Genova, per fare solo due esempi, come a nuovi grandi canali di comunicazione».

 

Berlusconi aveva promesso un milione di posti di lavoro. Lei cosa promette?
«Dico che intanto si deve superare l'attuale situazione di precarietà. L'Unione ha già presentato le sue proposte di legge per garantire i giovani dalla fine di un contratto all'inizio di un altro. Adesso si tratta di rendere conveniente fiscalmente il contratto di lavoro a tempo indeterminato rispetto a questi contratti "frantumati", oggi sicuramente più convenienti per il datore di lavoro. Infine, bisogna dare più fiducia agli investitori e a chi fa impresa. Uno degli strumenti è quello della certezza fiscale: oggi chi non paga le tasse è assolutamente avvantaggiato tra condoni, tolleranza dell'evasione e così via. Bisogna riprendere, infine, alcuni degli "antichi" strumenti aggiornandoli: credito d'imposta e prestito d'onore».

 

Eppure se si guarda la tv si ha la sensazione che i temi di questa campagna non riescono a emergere, è solo una grande polemica ...
«Siamo alle primissime battute. Credo, tuttavia, che il premier non sia in condizioni di fare molto altro. Il suo comportamento è un permanente "facimm' ammuina". La sua è una compagnia piuttosto scombinata, tra la Lega che a Bergamo insiste sulla secessione e a Catania si allea con Raffaele Lombardo; tra l'apparentemente moderata UDC e i fascisti di Forza Nuova con i loro stendardi neonazisti. Tutti chiedono a noi i nostri programmi; ma il programma della CdL dove sta, se sta da qualche parte ? Se parlano di programmi la coalizione passa dalle tre punte ai cento frammenti. Ragione di più per riportare la discussione sui programmi e sulle proposte».
Ultimo Aggiornamento ( martedì, 07 febbraio 2006 )
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