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Scritto da Administrator   
martedì, 28 marzo 2006
Elezioni. Tasse ed economia al centro dello scontro elettorale

 



 

Roma, 28 marzo 2006

Tasse e conti pubblici sono ancora il terreno di scontro tra Berlusconi e Prodi a undici giorni dal voto. Il presidente del Consiglio  avverte "il centrosinistra aumenterà le tasse sulla casa e sul risparmio". "Una assoluta distorsione", per il  leader dell'Unione, che di nuovo torna all'attacco sugli sprechi che hanno fatto lievitare la spesa pubblica e chiede di prendere visione della trimestrale di cassa.
 
Il governo renderà noti i conti pubblici dell'Italia prima del voto "e a totale scorno della sinistra", ha detto il premier, Silvio Berlusconi. Il governo della Cdl ha provocato "un disastro" nel bilancio pubblico, c'è stato un "aumento netto della spesa della pubblica amministrazione" e "non riesco a capire dove abbiano buttato questi soldi", ha replicato il leader dell'Unione, Romano Prodi. "C'è sotto qualcosa di grosso - ha aggiunto - sprechi, consulenze, amici degli amici..".

Romano Prodi e Silvio Berlusconi Berlusconi manda un messaggio esplicito ad An ed Udc:
"Sono il candidato premier perche' non ce ne sono altri", ha dichiarato gelando le ambizioni di Fini e di Casini e ribadendo implicitamente che per lui il "tridente" non e' mai esistito. Il Cavaliere non nasconde la propria irritazione per la competizione che si e' scatenata nella Cdl dopo l'approvazione della nuova legge elettorale ed in particolare il suo bersaglio e' il centro: l'Udc, a suo avviso, ha commesso molti errori in campagna elettorale e non guadagnera' voti.

Casini risponde di non credere che gli elettori moderati saranno molto contenti di questi battibecchi, e si capisce perche': la politica delle tre punte era destinata a costruire il futuro della Cdl e invece adesso si sta rivelando una zavorra.
Formalmente anche Fini dice di credere nella possibilita' di subentrare al Cavaliere a palazzo Chigi se An prendera' piu' voti di Forza Italia ma s'intende che si tratta di un mostrare bandiera, essendo troppo elevato lo scarto tra i due partiti.
   In Fini e Casini comunque e' evidente l'insofferenza per il taglio di una campagna elettorale che di fatto li schiaccia al margine del palcoscenico. Il premier appare deciso a giocarsi il tutto per tutto: in Italia, argomenta, c'e' una sorta di democrazia incompiuta come dimostra la minaccia di essere costretto a vendere le sue aziende; la situazione economica non e' quella denunciata dalla sinistra e lo dimostrera' la Trimestrale di Cassa (che si rivelera' un boomerang per l'Unione, garantisce Tremonti); i giovani devono rinunciare al
mito del posto fisso a vita e lanciarsi nella libera imprenditoria.
 Ma nei discorsi del Cavaliere si avverte anche l'eco delle analisi di Pera sulla difesa dell'Occidente: il leader di Forza Italia mette in guardia contro il pericolo che quella italiana diventi una societa' multietnica e multiculturale perdendo il senso della propria identita' e delle proprie radici.
   Discorso che incontra l'apprezzamento della Lega (questo e' il Berlusconi che ci piace, dice Calderoli) ma che nel complesso e' condiviso da tutta la maggioranza, sia pure con qualche sfumatura dei centristi. 
 

Prodi diserta le reti Mediaset

Prodi intanto ha sorpreso un po' tutti rinunciando alle trasmissioni di Mediaset: un modo per rompere una certa "teledipendenza" che a suo avviso favorisce la Cdl e per recuperare il contatto diretto con la piazza. E' un andare contro corrente che non e' piaciuto a Mediaset ma che certamente colpisce l'immaginario collettivo, una sorta di contestazione del prevalere mediatico di Berlusconi. Il Professore si prepara alla sfida tv del 3 aprile e reclama dal governo i dati macroeconomici: annuncia che riprendera' la concertazione e chiede dove siano finiti i soldi bruciati con la caduta dell'avanzo primario. 

Prodi deve anche guardarsi le spalle: la polemica tra Margherita e Rosa nel Pugno sulla laicita' del programma e sui Pacs cresce d'intensita' e crea smagliature che in questo momento non ci dovrebbero essere. 

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