Home arrow Articoli arrow Politica arrow Gdf-Suez. Prodi:Italia non puo' essere solo preda
animation.gif
Gdf-Suez. Prodi:Italia non puo' essere solo preda Stampa
Scritto da Administrator   
mercoledì, 01 marzo 2006
Gdf-Suez. Prodi:Italia non puo' essere solo preda, congeliamo Bnp-Paribas-Bnl. Eni-Enel insieme? Urge un rafforzamento

 

Romano Prodi
Romano Prodi


Roma, 28 febbraio 2006

"Certamente l'esigenza di rafforzare le imprese nazionali è diventata urgente in questa situazione". Questo uno dei passaggi più significativi dell'intervista di Romano Prodi a Bloomberg News, nella quale il leader dell'Unione non scarta a priori l'ipotesi di una fusione Enel-Eni e assume una posizione più dura nei confronti della Francia dopo lo stop di Parigi all'opa su Suez. Da Bruxelles, intanto, la Commissione Ue ribadisce che quando e "se la fusione tra Gas de France e Suez sarà notificata, verrà esaminata con il massimo rigore e attenzione per verificarne la compatibilità con le norme Ue", come ha affermato il portavoce della Commissione Johannes Laitenberger in una conferenza stampa.

Prodi: ridiscutiamo anche l'ingresso delle banche francesi in Italia
Prodi propone, in particolare, di riconsiderare la quota di Edf in Edison anche pensando ad un ricongelamento del diritto di voto della società francese ("tutto si può ricongelare", ha detto Prodi durante l'intervista) e di ostacolare l'operazione Bnp-Paribas-Bnl. Se non si apre anche la Francia, dice Prodi, "noi dobbiamo proibire queste  acquisizioni in Italia, perché noi non possiamo essere considerati solo oggetto d'acquisto".

Prodi ha specificato che non si tratta di "ritorsioni" ma di garantire regole uguali per tutti. "Nessuno - ha sottolineato - parla di ritorsioni. Io parlo di regole uguali, non di ritorsioni. Se non possiamo competere in un settore in Francia, non vedo perche' la Francia possa comprare da noi".  "Nel mercato dell'energia - conclude - noi abbiamo aperto agli stranieri, credo sia giusto sia fatta la stessa cosa da loro".

Tremonti, obiettivo giusto
"Vedremo quale ipotesi verrà posta concretamente, ma l'obiettivo dichiarato è giusto", ha detto Prodi  rispondendo ai cronisti che a Montecitorio gli chiedono un commento sul provvedimento legislativo allo studio del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che prevederebbe un giro di vite sulla possibilita' di lanciare un'opa da parte delle aziende straniere.


Italia troppo aperta al mercato
Prodi spiega con il meccanismo della legge sull'Opa le ragioni di questo squilibrio: "Il problema è che noi abbiamo adottato una legge sull'Opa molto liberale, molto aperta, in attesa dell'Opa europea. Poi i nostri parlamentari di maggioranza hanno votato contro l'Opa europea, per cui noi adesso abbiamo una legge che lascia venire gli stranieri in Italia e altri paesi, e invece non ci lasciano andare". Con la Francia, aggiunge Prodi, "il discorso è chiarissimo: non c'è nulla da fare con Electricité de France, abbiamo visto come hanno reagito in questo caso. Negli ultimi anni hanno comprato i formaggi, non ci hanno lasciato entrare nelle autostrade, quando c'è stato il tentativo di acquistare Dexia si sono opposti. Si sono opposti in questo caso di Suez con Gaz de France. Nello stesso tempo hanno preso una partecipazione nelle nostre banche, a cominciare da Intesa e potrei fare un elenco lunghissimo: Mediobanca e cosi' via. Allora, non possiamo mica pensare ad una asimmetria di questo tipo - prosegue il Professore - Se non si aprono anche loro, noi dobbiamo proibire queste acquisizioni in Italia, perche' noi non possiamo essere considerati solo oggetto d'acquisto".

Margini di crescita per le imprese italiane
Il Professore poi , parlando a margine della mostra sulla Costituzione esposta nella sala della Regina di Montecitorio, ha spiegato che è necessario il rafforzamento delle imprese italiane "pur volendo io un mercato aperto, un mercato europeo: ma se non c'e simmetria bisogna correre ai ripari. Io non parlo di ritorsioni - ha proseguito - parlo di regole uguali, non hanno nulla a che fare con le ritorsioni. Se non possiamo in un settore comprare in Francia non vedo perché la Francia possa comprare da noi. Nel mercato dell'energia abbiamo l'Enel che già si è ridotta ad un terzo del mercato italiano ed abbiamo aperto agli stranieri. Quindi credo che sia giusto che si faccia la stessa cosa".

< Precedente   Successivo >
Copyright 2004 PRIMOLABORATORIO All rights reserved.
Associazione Culturale No Profit di Comunicazione & Divulgazione Editrice del periodico on line www.primolaboratorio.com
Run on MAMBO