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PRODI: Il centrodestra ''ha agito come se la Costituzione non esistesse''. Stampa
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martedì, 07 febbraio 2006

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Roma, 7 feb . (Adnkronos) - Il centrodestra ''ha agito come se la Costituzione non esistesse''. Così Romano Prodi davanti ai parlamentari dell'Unione attacca la maggioranza per come ha agito nel corso della legislatura. ''Quella di oggi è una giornata che si sarebbe definita straordinaria perché è piena di voti di fiducia e invece è ordinaria proprio perché è piena di voti di fiducia'', sottolinea il Professore. ''E' una distorsione impressionante delle regole democratiche - incalza - e a questo non ci si deve abituare. Non ci possiamo e non ci dobbiamo abituare a quanto sta avvenendo''. E promette che se a guidare il Paese nella prossima legislatura ci sarà l'Unione, il Parlamento riconquisterà la propria centralità nel sistema istituzionale. Il leader del centrosinistra dà la 'carica' ai suoi per la campagna elettorale delle politiche del 9 aprile. ''Siamo vicini al momento in cui gli italiani possono dire basta, nonostante gli sforzi mediatici del premier'' dice Prodi e attacca di nuovo il presidente del Consiglio che ''cerca di non pagare il conto del suo malgoverno''. Il premier in tv parla ''di cose mirabolanti che nessuno ha mai visto'' ma, avverte, ''sappiamo, e i sondaggi lo dimostrano, che questa maggioranza è già minoranza nel Paese. Berlusconi cerca di non pagare il conto del suo malgoverno e ci disegna, disegna l'opposizione, come un pericolo per la democrazia''. Di seguito, rispondendo a una domanda sull'utilità e sulla percorribilità di una consultazione per selezionare i possibili candidati alla presidenza della Repubblica, al termine del settennato di Carlo Azeglio Ciampi, il Professore ha spiegato che ''nella Costituzione c'è scritto come si elegge il presidente della Repubblica. Le primarie non hanno alcun senso''. Quindi un appello all'unità: ''La campagna elettorale sarà una battaglia all'ultimo respiro'' e per vincere ''l'unità è un fatto essenziale''. ''La diversità della coalizione che è una ricchezza se rimane unita sul programma di governo - spiega il Professore - diventa debolezza se le divisioni vengono esaltate in quanto tali''. Ed esorta affinché ''lo spirito di squadra emerga in tutta la campagna elettorale'' perché ''i cittadini chiedono chiarezza di idee, determinazione e soprattutto unità''.

 

Roma, 7 feb . - (Adnkronos/Ign) - Silvio Berlusconi ribadisce il suo no a una legge sui cosiddetti pacs, perché indebolirebbe l'istituto della famiglia. Ospite della trasmissione 'Radio anch'io', il presidente del Consiglio spiega: ''Per quanto riguarda i pacs non credo che si debba andare ad una legge, che rischierebbe di indebolire l'istituto della famiglia''. ''Questo però non toglie - aggiunge il Cavaliere - che quando ci sono coppie anche omosessuali di fatto queste persone possono regolare fra loro degli accordi anche tutelati'' dal Codice civile. Il premier poi si chiede: ''Tanti cattolici nella Margherita, come mai riescono a convivere'' con chi è contro i valori della famiglia.

Pacs, ma non solo. La conversazione del leader della Cdl ai microfoni di 'Radio anch'io' è infatti occasione per tornare sui temi della campagna elettorale in vista del voto di primavera. Così, rimarca Berlusconi, ''gli italiani devono aprire gli occhi e guardare criticamente quello che viene pubblicato dai giornali della sinistra. Devono accorgersi invece che ci sono stati dei grandi cambiamenti grazie alle riforme da noi avviate ai provvedimenti realizzati'' in questi cinque anni dal governo di centrodestra. ''C'e' un'abissale differenza tra la nostra capacità di lavoro'', assicura il Cavaliere, e quanto realizzato ''dai precedenti governi''.

Poi il premier punta ancora il dito contro le 'toghe rosse', sottolineando ancora una volta di aver subito in questi anni attacchi da parte di certi magistrati. ''Tutto questo - dice - è stato fatto contro l'avversario politico che si voleva eliminare''. E chiede: ''Chi c'era a capo dei pm di Milano che si sono prodotti, pur essendo impiegati dello stato pagati con i soldi dei cittadini, contro l'attuale presidente del Consiglio che lavora giorno e notte per il bene del suo Paese? C'era un certo Borrelli e c'era un certo D'Ambrosio. Adesso, forse è giusto, che la sinistra che ha avuto questi giudici quasi organici a se stessa, li premi persentandoli e nominandoli in Parlamento. Io non credo che questo sia giusto, ma sia una cosa davvero scandalosa. Tuttavia, ciò accade lo stesso'', fa notare l'inquilino di palazzo Chigi. Quindi Berlusconi torna a difendere a spada tratta la cosiddetta legge Pecorella sulla inappellabilità delle sentenze, e lancia un nuovo attacco contro Romano Prodi parlando del processo Sme. ''Nelle più grandi democrazie - fa notare il Cavaliere - quando un cittadino, accusato di un reato è assolto da un giudice dello Stato, nessuno può chiamarlo a giudizio per quel reato. Salvo che non siano emerse delle prove inconfutabili''. ''Perciò - rimarca il premier - io mi batto per questo. Cosa c'entra un processino che io ho, dove addirittura ho detto che mi dovranno dare una medaglia d'oro al valore, perché mi sono opposto, su richiesta dell'allora presidente del Consiglio, a che lo svenditore di mestiere, Prodi, svendesse al suo amico De Benedetti le aziende alimentari dello Stato. Aziende che poi, venuta meno questa possibilita' per Prodi e De Benedetti, sono state vendute a un prezzo X molto superiore ad altre aziende italiane''.

E allora, taglia corto il presidente del Consiglio, ''non mi si venga a dire che abbiamo realizzato leggi ad personam come vuol far credere la sinistra. Semmai - aggiunge - è la sinistra che si è fatta un'amnistia ad personam per pulirsi le mani da tutti i soldi che ha ricevuto da una potenza nemica, l'Unione sovietica. Mi riferisco all'anmistia dell'89. Hanno fatto anche la correzione sull'abuso di potere per salvare il signor Prodi e tanti altri amministratori della sinistra. Quelle si' che erano leggi ad personam, - avverte il premier alzando la voce- non le leggi giuste per tutti i cittadini che la nostra maggioranza con onore ed orgoglio ha approvato in questo Parlamento. Si vergognino quelli che parlano ancora di leggi ad personam''. E ancora in tema di giustizia rilancia la separazione delle carriere. ''Per avere un processo finalmente giusto - è il pensiero del leader della Cdl - e che dia serenità a tutti i cittadini italiani'' bisogna separare le carriere tra pm e giudice. ''I giudici devono fare i giudici - insiste Berlusconi - i pm devono fare gli accusatori, gli avvocati dell'accusa, ma devono stare in altri uffici, lontani da quelli del giudice. E quando vogliono parlare con il giudice devono bussare alla sua porta ed entrare con il cappello in mano, esattamente come fanno oggi gli avvocati della difesa. Questo è il disegno che voglio realizzare''. Venedo poi alle pensioni minime, il premier fa sapere di essersi ''intrattenuto più volte in profondità con il ministro Tremonti, e per quanto riguarda il traguardo degli 800 euro per i pensionati, ho la coscienza di poter dire che è possibile e lo faremo, probabilmente, addirittura nei primi cento giorni di governo''.

Sempre in materia di welfare, il Cavaliere annuncia: ''E' in dirittura d'arrivo un progetto per il riordino degli ammortizzatori sociali. E' una cosa che faremo, continuando nella nostra attivita' di governo se gli italiani ci vorranno dare ancora la fiducia e non vorranno buttare alle ortiche questi quattro anni e mezzo di esperienza di lavoro''. Berlusconi si rivolge agli elettori più giovani, che a suo giudizio dovrebbero votare per il centrodestra ''perché il mio governo ha fatto più di tutti gli altri governi della storia della Repubblica messi insieme''. Intervenendo infatti al tg di 'Studio Aperto', edizione delle 12.30, il premier snocciola tutti i provvedimenti varati per venire incontro alle esigenze dei giovani: ''dall'abolizione della leva militare alla riforma della scuola all'''istituzione di un fondo per aiutare le coppie ad acquistare la casa''. ''Abbiamo abolito dopo 143 anni la leva che era una spada di Damocle - spiega il Cavaliere - che pesava sulle teste dei ragazzi dopo la scuola, e sono 150 mila all'anno. Quindi, già 2.500, 3.000 giovani a cui abbiamo praticamente regalato un anno di vita, di studio, di lavoro in più per il loro futuro. Credo che non sia poco''

Ultimo Aggiornamento ( mercoledì, 08 febbraio 2006 )
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