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Sarkozy. Il governo francese: "La Giustizia vada avanti, è un cittadino come gli altri" Stampa
Contributo di Alfred Dickison   
martedì, 01 luglio 2014

Parigi 

Francia, inchiesta intercettazioni: ex presidente Sarkozy in stato di fermo per presunta concussione

Tutto ha inizio il 19 aprile. Quando i giudici Serge Tournaire e Renè Grouman cominciano a indagare sulle eventuali bustarelle dell'ex leader libico Muhammar Gheddafi per la campagna presidenziale che nel 2007 portò Sarkozy all'Eliseo. Con discrezione, i due magistrati decidono di intercettare Sarkò. Su quell'utenza l'ex leader della destra si mostra stranamente laconico. Ma gli inquirenti individuano ben presto un secondo apparecchio, intestato a un prestanome, usato da Sarkozy per le chiamate più riservate. Le intercettazioni su quel numero rivelano un intenso traffico telefonico con un altro cellulare fatto acquistare a un secondo prestanome da Herzog, il legale di Sarkozy. Quelle intercettazioni si dimostrano fruttuose. Soprattutto sull'affaire Bettencourt, ma nella tentacolare vicenda che coinvolge l'anziana erede dell'Oreal, Sarkozy è stato prosciolto.

 

Sarkozy.jpgSul filone libico invece le telefonate sospette di Nicolas Sarkozy sono quelle al capo dell'intelligence. Nei mesi scorsi i giudici hanno interrogato in qualità di testimone il numero uno del controspionaggio di Parigi, Patrick Calvar. Nel colloquio con i magistrati, in veste di testimone, l'alto funzionario della Dcri (Direzione centrale dell'intelligence interna) avrebbe confermato che l'ex leader neogollista lo avrebbe contattato due volte per telefono, nel giugno e nel gennaio scorso, per informarsi sulle indagini legate all'ipotetico finanziamento illecito da parte di Gheddafi della campagna presidenziale che nel 2007 lo portò all'Eliseo.

 

Patrick Calvar è stato nominato nel maggio 2012 alla guida della Dcri, dove ha preso il posto di Bernard Squarcini, considerato troppo vicino all'ex presidente. Durante l'audizione, i due magistrati hanno chiesto al numero uno degli 007 di dettagliare i contenuti di una serie di conversazioni telefoniche avute con Sarkozy e con il suo capo di gabinetto, Michel Gaudin. Dalla testimonianza, sembra che l'intento di Sarkozy e del suo braccio destro, fosse verificare direttamente se la Dcri stesse indagando sulle presunte mazzette di Gheddafi.

 

In una delle telefonate intercettate dagli inquirenti, l'ex presidente si mostra preoccupato, in particolare, per l'ipotesi di un interrogatorio, da parte della Dcri, di Moftah Missouri, che per lungo tempo fu l'interprete personale dell'ex leader libico. La testimonianza di Missouri rischierebbe di ''imbarazzare'' l'ex inquilino dell'Eliseo, che, tra l'altro, fu il grande promotore dell'intervento militare internazionale che porto' alla caduta di Gheddafi.

 

Interrogato nella trasmissione 'Complement d'enquete', diffusa lo scorso 20 giugno su France 2, Missouri ha dichiarato: ''Gheddafi mi ha detto testualmente che la Libia aveva versato una ventina di milioni di dollari. Normalmente, da noi, alla presidenza, quando diamo i soldi a qualcuno, non c'è bonifico bancario, non c'è assegno, ma denaro contante nelle valigette''.

 

In tv, l'interprete ha anche confermato la validità di un documento pubblicato dal sito Mediapart, il 28 aprile 2012, che proverebbe l'esistenza di un finanziamento illecito di 50 milioni di dollari. Altri esperti hanno invece contestato la validità di quelle carte. Nonostante questa e altre testimonianze di ex-membri dell'entourage di Gheddafi, nessuna prova formale conferma la veridicità delle gravissime accuse contro Sarkozy. Da parte sua, l'ex presidente - che nelle settimane scorse ha tuonato contro le intercettazioni dei giudici sulle sue linee telefoniche -  aveva sporto denuncia per la diffusione di ''false notizie''.

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