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La reazione della Borsa al Napolitano Bis Stampa
Scritto da Debora D'Angiolillo   
lunedì, 22 aprile 2013

borsa_milano1.jpgAvvio positivo per Piazza Affari, che scommette sulla formazione di un governo in tempi brevi e accoglie con soddisfazione la conferma di Giorgio Napolitano al Quirinale. Il capo dello Stato lavora alla composizione di un esecutivo politico con forti innesti

tecnici, guidato da un premier che abbia una chiara spendibilità internazionale e che possa durare almeno due anni: l'identikit è quello di Giuliano Amato.

Tempi stretti

Il riserbo del Colle è assoluto, in queste ore, ma restano alcune certezze: il desiderio del capo dello Stato di fare in fretta e la convinzione che le forze politiche, Pd compreso, questa volta sapranno assumersi le proprie responsabilità lasciando al recente passato la politica dei veti incrociati. Napolitano dovrebbe aprire le consultazioni gia' martedì per tentare di dare un incarico entro giovedi' e chiudere la partita del governo in questa settimana.

 

Amato in pole

In ambienti politici si disegna questo scenario in costruzione: il premier dovrebbe essere un politico di area centro-sinistra con una forte caratura internazionale. Il

profilo perfetto sarebbe quello di Giuliano Amato, ma sul suo nome restano alcune resistenze: la piu' persistente è quella della Lega Nord. Per mantenere una guida politica all'esecutivo si pensa a due vicepremier, come - ad esempio, visto che i nomi

dovranno essere calibrati con il massimo equilibrio - Enrico Letta e Angelino Alfano. Un sottosegretario alla presidenza del Consiglio come Gianni Letta potrebbe far quadrare i conti. I ministri invece, e questa potrebbe essere la novità, dovrebbero essere lontani quanto basta dai partiti. Il mix potrebbe essere realizzato con la scelta di formare una squadra efficiente di ministri tecnici o a "bassa intensita' politica', come si ragiona nel Pd. In questo quadro, Napolitano potrebbe recuperare alcuni ministri del governo Monti, come la Cancellieri e Di Paola. Per l'economia, vale lo stesso principio

del premier, cioè un' importante "spendibilita' estera". Quindi, Saccomanni o, meno probabile, Monti.

 

Governare l'Italia "non è facile, quasi impossibile"

Lo ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi in un'intervista al Financial Times - pubblicata in prima pagina - nella quale manifesta tutta la sua preoccupazione per i tempi lenti della politica a fronte di una situazione economica in evidente deterioramento.

"In questo momento di confusione politica - ha detto il numero uno della Confederazione - con l'incapacità di formare un governo, rischiamo di far passare 100 giorni dalle elezioni per avere un nuovo esecutivo e questo non è un bene".

"Voglio sottolineare - ha aggiunto il presidente di Confindustria - che il dato sconosciuto non è se agganceremo la ripresa economica, ma anche se ci sarà una ripresa economica in Europa, che sta abbastanza chiaramente rallentando".

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