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Prodi accetta la sfida: «Non ho paura del confronto in tv» Stampa
Scritto da Administrator   
domenica, 15 gennaio 2006
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ROMA - Prodi non segue Fassino: vuole un faccia a faccia in tv con Berlusconi. L’annuncio del leader dell’Unione arriva nel pomeriggio. Ovvero, qualche ora dopo la comunicazione del forfait del segretario dei Ds. «Non abbiamo nulla da dire a un provocatore» aveva avvertito, Roberto Cuillo, portavoce di Fassino, cancellando qualsiasi volontà di un dibattito dopo le scintille volate sul caso Unipol (con coda polemica tra lo stesso Cuillo e Paolo Bonaiuti: «Non si può aggredire la mattina e chiedere un confronto la sera»).
Poi, nelle prime ore del pomeriggio, il premier, ospite a «Conferenza stampa», aveva rilanciato punzecchiando il Professore: «Io sono sempre disponibile. Speriamo che anche Prodi non si sottragga al confronto, con me, per paura». Ma in quel momento, l’ex presidente della Commissione Ue passeggiava per le vie di Roma, in compagnia della moglie Flavia. E seminava i cronisti, tra il Pantheon e piazza Montecitorio, prima di andare a fare la spesa al supermercato, confortandoli con un’assicurazione: «Non è successo nulla, quindi niente». Parole implicite di solidarietà ai Ds. Qualcosa era comunque successa e lui ha avuto da ridire. Anzi, ha condito con ironia la replica, prendendo a prestito una battuta di Totò: «Come diceva» il comico napoletano. «Ma quale paura? Nel mio vocabolario non esiste questa parola, a meno che non si tratti di un errore di stampa». E una breve chiosa: «Mi sembra che la dichiarazione del presidente del Consigio non meriti ulteriori repliche».
Ma al di là delle polemiche, resta da osservare che nessuna agenda concreta, relativa alla data, con giorno e ora della trasmissione tv, è stata finora fissata. Nulla si sa di contatti tra gli staff, se mai ci sono stati. Il silenzio di Prodi è però legato a un’altra questione: alla preparazione del vertice dell’Unione, previsto lunedì pomeriggio. Sulle liste, «la situazione è per aria», mormorano nell’entourage prodiano (lui guiderebbe le liste in 12 circoscrizioni). Dall’incontro tra Margherita e Ds è arrivata la notizia che la quota per i candidati prodiani è fissata a 15 nomi (non è ritenuta per nulla elevatissima).
C’è una «forte preoccupazione», raccontano i collaboratori, per i sondaggi che assegnano rilevanti cali al centrosinistra. E’ vero che il capo non ha mai dato loro molta importanza, ma il «pressing» dell’entourage di amici e collaboratori, affinché Prodi faccia una sua lista, con tanto di volto e di nome, è continuo. Si sa che Ds e Margherita non la vedono di buon occhio, temendo erosioni elettorali. Finora, però il Professore sarebbe stato evasivo. Il portavoce, Silvio Sircana, sulla questione ha però dato questa risposta: «Non è assolutamente vero che stiamo prendendo in considerazione questa ipotesi». La lista, ovviamente, sarebbe in alternativa al progetto di inserire il simbolo del Partito democratico. Ma su tutti i progetti sul tavolo, decideranno, lunedì, i partiti dell’Unione.

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