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domenica, 30 maggio 2010

Polemica sui tagli agli enti culturali previsti nella manovra

Bondi: Ministero esautorato. Bocchino: grave

Il ministro Sandro Bondi torna, in un'intervista al Gr1, nella polemica sulla manovra economica e l'elenco dei 232 enti, istituti, fondazioni che non avrebbero piu' il contributo statale. Critiche anche da Farefuturo

Sandro Bondi

Sandro Bondi

 

Roma, 30-05-2010

 Avrei voluto che la decisione sugli enti a carattere culturale fosse stata presa insieme, il Ministero dei beni culturali non doveva essere esautorato".
Cosi' il ministro Sandro Bondi torna, in un'intervista al Gr1, nella polemica sulla manovra economica e l'elenco dei 232 enti, istituti, fondazioni che non avrebbero piu' il contributo statale. "Io sono in totale sintonia con Tremonti sulle motivazioni che muovono la manovra, per le difficolta' in cui si muove il paese e la necessita' di tagli coraggiosi. Molti degli enti che figurano in quell'elenco - aggiunge Bondi - vanno soppressi, ma alcuni come il Centro sperimentale di cinematografia, la Triennale di Milano, il Vittoriale, non possono in nessun modo essere considerati lussi".


Quanto al fatto che il ministero sarebbe stato tenuto fuori dalla scelta, Bondi aggiunge: "Avrei voluto decidere insieme: il ministero non doveva essere esautorato. Ora mi mettero' al lavoro con i miei collaboratori per capire quali di quegli enti sono eccellenze e quali sono inutili. Ma la scelta va fatta insieme".

Bocchino: se Bondi non sapeva, c'è qulacosa che non va
"Se un esponente autorevole del Pdl e del governo come Sandro Bondi dice di non aver saputo e di non condividere i tagli alla Cultura significa che c'è qualcosa di serio che non va". Lo afferma Italo Bocchino, vicecapogruppo Pdl alla Camera e presidente di Generazione Italia. "Da un lato è impensabile tagliare risorse al bene più prezioso del nostro Paese - spiega - risorse che si potrebbero recuperare abolendo cose inutili e
non strategiche come il Pra, l'agenzia dei segretari comunali o l'Unire, dall'altro è grave che il coordinatore del primo partito della maggioranza, nonché ministro, non fosse stato avvertito e consultato. Siamo dinanzi all'ennesima prova della necessità di una maggiore collegialità nelle scelte politiche del Pdl". 

Critiche da Farefuturo
"Non e' possibile, non e' giusto, che sul mondo del sapere e della ricerca (un "comparto" che per il nostro paese riveste un'importanza del tutto particolare) si abbatta la scure dei tagli cosi', indiscriminatamente e senza alcun tipo di discussione preliminare. Senza spazi di riflessione, di confronto, anche all'interno dello stesso ministero". Cosi' Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo, commenta i tagli imposti dalla manovra al
mondo della cultura.


"Che sia tempo di sacrifici - continua l'articolo - nessuno lo mette in dubbio. E condividiamo tutti l'esigenza di profonde riforme della cultura come quella delle fondazioni liriche ora in Parlamento, e condividiamo tutti l'esigenza di una manovra
che - come detto - impone sacrifici a tutti".
"Ma attenzione - si evidenzia - ai tagli indiscriminati alla cultura. Soprattutto se nella lista dei 232 istituti "tagliati", ci sono anche - questo e' il dramma - alcune vere e proprie punte di eccellenza italiana riconosciute da tutto il mondo (qualche esempio: la Triennale di Milano, la fondazione Feltrinelli, il Festival dei Due mondi di Spoleto e la Fondazione Arena di Verona, il Rossini festival di Pesaro, l'Istituto Gramsci di Roma, il Gabinetto Vieusseux di Firenze)".


"Dispiace - conclude Ffwebmagazine - che sia andata cosi'. Dispiace che non ci sia stato il tempo di capire e decidere tutti insieme come e dove tagliare, come e dove eliminare sacche di spreco. E dispiace ancora di piu' perche' rischia di essere un sacrificio, questo, inutile se non controproducente".

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