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Ultrasuoni per bruciare i tumori Stampa
Scritto da Administrator   
lunedì, 03 dicembre 2007

Una tecnica cinese senza bisturi

 

Nella lotta senza quartiere contro il cancro la scienza mette a disposizione un’arma in più: arriva una nuova tecnologia “made in Chine” senza bisturi, né aghi, né radiazioni. Il tumore viene “bruciato” con un raggio a ultrasuoni che lo elimina senza causare danni ai tessuti circostanti. La nuova terapia si chiama a Hifu (Ultrasuoni focalizzati ad alta intensità), è utilizzata in Estremo Oriente da oltre 10 anni, dove sono stati trattati oltre 20mila pazienti in una quarantina di centri.corpo_umano.jpg In Occidente il centro “pilota” è l’'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, unica struttura clinica in Unione Europea impegnata in uno studio di fattibilità specifico per definire gli standard d'impiego e le eventuali modifiche da applicare alle attrezzature. Oggi infatti la strumentazione è pluripotente, ossia la stessa per tutti i tipi di tumore, ma in futuro potrebbe essere “su misura” per diversi tumori, in particolare per il cancro del seno, primo big killer in rosa.

La nuova tecnologia è stata presentata all'Ieo dal direttore scientifico Umberto Veronesi, dall'assistente della Divisione di Senologia, Paolo Arnone, e dal direttore dell'Unità di Radiologia interventistica, Franco Orsi. Presenti anche l'amministratore delegato dell'istituto, Carlo Ciani. Il macchinario è stato inventato dallo scienziato Zhibiao Wang, ha un valore di circa 1,5 milioni di euro, è stato donato da Hiteco Group alla Fondazione Veronesi e concesso da quest'ultima all'Ieo in comodato d'uso. La struttura di via Ripamonti ha giaà trattato dall’inizio

 di novembre quattro pazienti. Nella fase di fattibilità, che durerà circa due mesi e che coinvolgerà circa 10-20 malati, la nuova tecnica viene abbinata alla chirurgia. "La vera speranza, per ora un'ipotesi - precisa cauto Veronesi - è arrivare a una terapia anticancro senza più bisturi né radiazioni" .  virus_2.jpg

 

L'impiego degli ultrasuoni in oncologia non è un fatto nuovo, spiega Orsi. "Gli ultrasuoni focalizzati - spiega - sono già da tempo utilizzati contro tumori 'di superficie' in ginecologia, otorinolaringoiatria e, ultimamente, per il cancro alla prostata”.  La novità della macchina attiva all'Ieo è però "la possibilità di trattare organi interni come mammella, fegato, pancreas e reni”, oltre a utero, muscoli e ossa. Insomma, più in generale tutti gli organi che oggi possiamo visualizzare con l'ecografia. Per la prima volta” spiega ancora Orsi "Hifu ci permette di convogliare un fascio di ultrasuoni in un punto ben preciso (punto focale) e definito via ecografia, trattando una lesione tumorale senza l'inserimento di alcuno strumento e quindi senza danni biologici. In pratica è come usare un 'bisturi invisibile' maneggiandolo dall'esterno".

Il macchinario assomiglia a una Tac. Il paziente si sdraia su un lettino che al centro presenta una piccola vasca riempita di acqua purificata. La parte da trattare è immersa nel liquido, che veicola gli ultrasuoni prodotti da uno speciale trasduttore sottostante, indirizzandoli fino al punto focale. Il raggio attraversa i tessuti sani senza modificarli in alcun modo e solo quando raggiunge il suo bersaglio si trasforma naturalmente in calore. "Nel punto focale, grande quanto un chicco di riso, e a mano a mano nelle zone malate circostanti - continua Orsi - si raggiungono anche i 100 gradi". Questa temperatura è letale per le cellule e determina così la necrosi dei tessuti tumorali. In gergo tecnico, "è il principio della termoablazione” rivisitato in chiave ultramoderna.ultrasuoni_antitumore.jpg

I pazienti trattati finora all'Ieo sono solo quattro, ma i risultati sono  incoraggianti. Tutti sono stati in precedenza operati: si tratta di un uomo di 75 anni con lesioni alla parete toraco-addominale associate a un cancro al colon, una donna di 65 con tumore alla mammella e lesioni ossee sternali, un uomo di 62 con un carcinoma epatico e una giovane 20enne con alle spalle già quattro interventi per fibroadenomi al seno.  quest’ultima, dimessa il giorno dopo l'intervento, dichiarava di avere avuto la sensazione che “per un secondo la punta di un ago le si riscaldasse nel seno".

Di durata variabile a seconda del tipo di tumore, la metodica Hifu è applicabile a lesioni sia maligne sia benigne. La tecnologia, certificata con marchio CE dal 2005 grazie ai test condotti in un centro di ricerca (non clinico) di Oxford, consente di seguire in tempo reale l'efficacia del trattamento.

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