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Scritto da Administrator   
giovedì, 31 maggio 2007
Roma, Cnr: cocaina (nicotina, cannabinolo e caffeina) nell’aria
 

Roma,  - Passeggiare per Roma vuol dire respirare cocaina. È quanto hanno scoperto i ricercatori dell’istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche nel corso di un’indagine sulla composizione del articolato presente nell’aria, condotta a Roma, Taranto e Algeri. Gli scienziati, che hanno ammesso un certo stupore, nel corso dell’analisi delle polveri hanno scoperto infatti che, insieme ad altre sostanze tossiche “attese” come il benzopirene (un idrocarburo cancerogeno presente nel fumo di sigaretta e negli scarichi degli autoveicoli), era presente, circa 0,1 nanogrammi per metro cubo, anche la cocaina. Una quantità che potrebbe sembrare contenuta ma che è un quinto rispetto al limite stabilito per legge per una sostanza ampiamente riconosciuta come tossica quale è il benzopirene. Non si tratta comunque dell’unica sostanza stupefacente: droghe.jpgin quantità minori infatti sono risultati presenti anche il cannabinolo (il principale componente attivo della marijuana) e altre droghe come nicotina e caffeina. Non si tratta di una presenza sporadica, come precisato dal responsabile dello studio Angelo Cecinato, ma di un dato rilevato in maniera costante nel corso dello studio, cominciato nel 2004. Le concentrazioni più elevate sono state riscontrate nell’area della città universitaria della Sapienza, e del centro storico, ma la sostanza stupefacente è risultata presente anche nelle zone extraurbane. “Questo non significa comunque che si possa dire che il quartiere universitario sia quello più inquinato di cocaina – spiega Cecinato -. Né possiamo affermare, con i dati in nostro possesso, che vi siano più diffusi il consumo e lo smercio di droghe. Noi però abbiamo ritenuto opportuno mettere a disposizione del Ris dei carabinieri i nostri studi e stiamo ipotizzando una collaborazione”.


Quello realizzato dal Cnr è il primo studio al mondo che analizza in maniera sistematica questo fenomeno. L’unico precedente, a Los Angeles nel 1998, infatti non aveva ricercato sistematicamente la sostanza. Le concentrazioni maggiori sono state registrate nel periodo invernale, “probabilmente – spiega Cecinato - per la più frequente e intensa stabilità atmosferica, ossia a causa dell’inversione termica al suolo che ‘blocca’ le emissioni inquinanti negli stadi più bassi dell’atmosfera, impedendone la dispersione”. “Il particolato sospeso, meglio conosciuto con il termine Pm10 o polveri sottili - droga2.jpgspiega il direttore dell’Ila-Cnr, Ivo Allegrini - è già di per se motivo di grande preoccupazione per l’opinione pubblica, i media e i responsabili della gestione dell’ambiente, in quanto e ben documentato che anche piccole concentrazioni in aria di questo inquinante causano gravi danni alla salute. Accanto a questo però convivono in aria composti complessivamente più pericolosi, completamente trascurati”. Lo studio, se ci saranno fondi sufficienti, verrà esteso e replicato in altre città anche perché, come confermato da Allegroni, “le condizioni metereologiche e le caratteristiche dell’inquinamento ci fanno pensare che questo tipo di concentrazioni, se non maggiori, possano essere presenti anche in altri grandi centri urbani come Milano, Torino o Bologna”.

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