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CENTRODESTRA:PROGRAMMA ELETTORALE Stampa
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martedì, 07 marzo 2006

ELEZIONI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

DEL 9-10 APRILE 2006

I sottoscritti, Presidenti, Segretari e Rappresentanti legali dei partiti e gruppi politici organizzati, elencati in calce al presente atto, tra loro collegati in coalizione che si candidano a governare

SOTTOSCRIVONO

ai sensi dell’art. 14 bis del T.U. D.P.R. 30 marzo 1957 n. 361 e successive modificazioni il seguente programma elettorale, nel quale dichiarano che il capo unico della coalizione è SILVIO BERLUSCONI nato a Milano il 29 settembre 1936.

1

PROGRAMMA ELETTORALE

Ai sensi della Legge 21 dicembre 2005 n. 270

1. PREMESSA

Sei anni fa, quando nel corso del 2000 abbiamo scritto il primo programma della Casa delle Libertà, il mondo era molto diverso da quello in cui ora viviamo. C’erano ancora le Torri Gemelle e c’era ancora la lira. La Cina, l’India e l’Asia erano fuori dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Benzina e riscaldamento avevano un costo ragionevole, perché un barile di petrolio costava allora solo 28 dollari, mentre oggi il suo prezzo è più che raddoppiato. Parole come globalizzazione o mondializzazione ancora stupivano. Oggi tutti sanno cosa vogliono dire in concreto nella vita quotidiana: per strada, sul posto di lavoro, alla pompa di benzina, sul costo del riscaldamento. Gli italiani ne vedono certo le opportunità. Ma vedono anche arrivare nuove difficoltà. Ed è a loro che dobbiamo dare una risposta. Una risposta valida per difendere insieme quello in cui crediamo e quello che abbiamo. Per cominciare bisogna capire cosa è successo in questi anni. A partire dal 2001 tutto è cambiato e di colpo. La struttura e la velocità del mondo non sono più come prima. Il terrorismo mette in crisi la convivenza tra civiltà diverse. In Europa l’euro ha portato indubbi vantaggi ma anche alcuni evidenti contraccolpi. Sulla via dell’assestamento il nostro Paese ha pagato un prezzo altissimo. Le imprese italiane sono passate repentinamente dalla svalutazione competitiva della lira, fatta per decenni, ad un cambio forte. Il passaggio dalla lira all’euro nell’immediato è stato un trauma. In particolare per le famiglie italiane che, di colpo, hanno visto ridotto il proprio potere d’acquisto. Il cosiddetto "change-over", il passaggio lira-euro, non è stato neutrale. In nessuna parte d’Europa. E neppure in Italia. Per questo, ed a ragione, tutto il Parlamento Europeo, con grande ritardo rispetto alla proposta italiana, ha appena chiesto la stampa della banconota da 1 euro: "Considerando il disagio che molti cittadini europei continuano ad avere nei confronti dell’euro". Inoltre la concorrenza, spesso asimmetrica o sleale, fatta dalla Cina, dall’India, dall’Asia in generale, ha causato e causa forti perdite e grandi paure ovunque in Europa, e non solo in Italia. Con effetti a catena. Il prezzo del petrolio è più che raddoppiato perché l’Asia, dove si sta trasferendo la produzione industriale, divora quantità crescenti di energia e di materie prime. Negli anni ’90 la globalizzazione non poteva essere fermata. Ma doveva e poteva essere governata su tempi e ritmi più lenti e più graduali. Come per mezzo secolo, dopo la seconda guerra mondiale, l’Occidente ha fatto con il Giappone, che rappresentava la sfida economica di allora. Invece negli anni ’90 tutto è stato fatto e spinto di colpo, per effetto di una scelta politica ispirata dalla sinistra, ansiosa di farsi così perdonare, con questo tanto improvviso quanto forsennato "mercatismo", il suo comunismo. Ora si vedono – li vede e li sente la gente – gli effetti di questa follia.

2. COSA HA FATTO IL GOVERNO IN QUESTI ANNI

In questi cinque anni difficilissimi per le crisi continue che via via emergevano da cause radicate nel passato (ed in specie dagli anni ’90, governati dalla sinistra: inizio della perdita di competitività, crisi dell’auto, crack finanziari, etc.) o che provenivano dall’esterno, non ci siamo lasciati prendere dallo sconforto. Siamo andati avanti. Ora che il peggio è alle nostre spalle possiamo dire che in questi anni governando abbiamo garantito:

     

  1. - la tenuta sociale del Paese. In Italia la spesa sociale per sanità, pensioni, assistenza è, infatti, cresciuta del 5% ogni anno, per circa 70 miliardi di euro (pari a circa 140.000 miliardi di vecchie lire). Inoltre, nonostante la congiuntura economica internazionale, abbiamo creato 1,5 milioni di posti di lavoro; 4
  2.  

  3. - la tenuta dei conti pubblici. L’Europa ha appena certificato che i nostri conti pubblici non sono affatto "allo sfascio", come la sinistra diceva e sperava. Non solo, ma nonostante tutto siamo riusciti ad abbassare la pressione fiscale;
  4.  

     

  5. - la tenuta dell’economia, ora finalmente in ripresa con un buon tasso di crescita coerente con la nostra posizione in Europa.
  6.  

    Non è stato facile. Non abbiamo potuto fare tutto ciò che avremmo voluto ma certo abbiamo fatto molte cose in più che non erano state programmate. Le abbiamo fatte per garantire agli italiani le migliori condizioni di vita possibili in tempi che sono stati molto difficili. Non solo. Non ci siamo limitati a gestire l’esistente. Siamo andati avanti superando immobilismi storici e resistenze continue, pagando anche tutti i costi politici del cambiamento. Abbiamo fatto in questi cinque anni, più che nei trenta anni passati, le riforme che erano necessarie e prioritarie nell’interesse presente e futuro dell’Italia.

4

3. LE 36 GRANDI RIFORME DEL GOVERNO BERLUSCONI

     

  1. 1) Riforma della seconda parte della Costituzione
  2.  

     

  3. 2) Riforma della disciplina del lavoro (Legge Biagi)
  4.  

     

  5. 3) Riforma del fisco: no tax area, riduzione aliquote, abolizione della tassa di successione e donazione
  6.  

     

  7. 4) Riforma delle pensioni e aumento delle pensioni sociali 5
  8. 5

     

  9. 5) Riforma della scuola
  10.  

     

  11. 6) Riforma della docenza universitaria
  12.  

     

  13. 7) Riforma degli enti di ricerca
  14.  

     

  15. 8) Legge Obiettivo per le grandi opere
  16.  

     

  17. 9) Fondo unico per il Sud e riforma degli incentivi
  18.  

     

  19. 10) Riforma della disciplina sull’immigrazione
  20.  

     

  21. 11) Abolizione del servizio militare obbligatorio
  22.  

     

  23. 12) Sicurezza: carabinieri e poliziotti di quartiere, antiterrorismo, lotta alla criminalità, legge sulla droga e legge sulla legittima difesa
  24.  

     

  25. 13) Legge per le grandi imprese in crisi, lotta alla contraffazione, sostegno del made in Italy, semplificazione norme e procedure, riduzione del costo del lavoro e delle imposte sul reddito delle società
  26.  

     

  27. 14) Riforma del diritto fallimentare
  28.  

     

  29. 15) Riforma del diritto societario
  30.  

     

  31. 16) Riforma del mercato dell’energia
  32.  

     

  33. 17) Legge sull’impresa sociale e defiscalizzazione donazioni per il no-profit
  34.  

     

  35. 18) Riforma per la modernizzazione dell’agricoltura e della pesca
  36.  

     

  37. 19) Nuova legge elettorale e voto degli italiani all’estero 6
  38. 6

     

  39. 20) Nuova legge per la tutela del risparmio e sulla Banca d’Italia
  40.  

     

  41. 21) Riforma della Protezione Civile
  42.  

     

  43. 22) Riforma dell’ordinamento giudiziario
  44.  

     

  45. 23) Riforma del processo civile
  46.  

     

  47. 24) Disciplina del conflitto d’interessi
  48.  

     

  49. 25) Codice della comunicazione e riforma del sistema radiotelevisivo
  50.  

     

  51. 26) Codice per la tutela dei beni culturali
  52.  

     

  53. 27) Codice della nautica da diporto
  54.  

     

  55. 28) Codice della navigazione aerea
  56.  

     

  57. 29) Codice della proprietà industriale
  58.  

     

  59. 30) Codice del consumatore
  60.  

     

  61. 31) Codice della strada e patente a punti
  62.  

     

  63. 32) Codice dell’amministrazione digitale e riforma della Pubblica Amministrazione
  64.  

     

  65. 33) Codice delle assicurazioni
  66.  

     

  67. 34) Codice dell’ambiente
  68.  

     

  69. 35) Codice degli appalti
  70.  

     

  71. 36) Codice per la protezione dei dati personali 7
  72. 7
5 6 7

4. I VALORI OLTRE LA CRISI DEI VALORI: LIBERTA’, IDENTITA’, SICUREZZA

Nel 2000 la Casa delle Libertà è nata dalla libertà, nella libertà e per la libertà. E’ proprio questa la ragione del suo nome. La politica internazionale del Governo si è mossa, appunto, dal valore della libertà, e dal fondamentale rapporto tra pace e libertà. E’ un valore che abbiamo difeso e promosso, e che riteniamo faccia parte delle aspirazioni e delle possibilità di tutti i popoli. In un mondo sfidato dal terrorismo e attraversato dal rischio dello scontro tra le civiltà, noi poniamo la costruzione della pace e il dialogo tra i popoli come fondamentale dovere della nostra politica internazionale. A questo dovere sono ancorate le nostre alleanze e relazioni, le nostre missioni all’estero e più in generale la linea di condotta del nostro Paese sullo scacchiere mondiale. In questo contesto resta cruciale la scelta europeista e atlantica. La costruzione di un’Europa dei popoli più unita, ispirata all’originale principio di sussidiarietà e con caratteristiche più federali costituisce un punto fermo della nostra comune agenda del Governo. Nel 2006 alla libertà si deve ora aggiungere un altro valore, complementare alla libertà: la sicurezza della nostra identità. Questo può sembrare un punto difficile da spiegare, ma è un punto essenziale, perché non c’è un futuro di libertà, se si perde l’identità. E’ su questo confine, tra passato, presente e futuro, che si staglia la differenza tra due visioni della vita e del mondo. Proprio per questo, dobbiamo aprire al nuovo senza rinunciare a noi stessi rafforzando insieme le nostre tradizioni, la nostra identità, la nostra libertà. Perché solo conservando i valori oltre la crisi dei valori, si conserva l’identità e si vive la libertà. In questa strategia lo Stato nazionale e federale, somma dei nostri valori comuni e sede del nostro comune destino, ha un ruolo fondamentale. Un ruolo sussidiario e riequilibratore tra passato e futuro, tra interno ed esterno. Un ruolo a difesa delle radici giudaico cristiane dell’Europa e a contrasto di ogni fondamentalismo. Questo è il cuore del nostro programma. Questo è il centro strategico del nostro disegno tanto sul lato politico quanto sul lato economico, tanto in Italia quanto in Europa: la difesa dei valori religiosi e dei principi morali, la difesa della famiglia e delle nostre radici, l’impegno a rispettare la nostra civiltà da parte di chi entra, la difesa delle nostre fabbriche, del nostro lavoro e la valorizzazione del nostro ambiente.

5. COSA FAREMO IN FUTURO

1) Continueremo nella realizzazione del nostro piano di riforme e di modernizzazione del Paese.

2) Continueremo la nostra politica estera consolidando il ruolo da protagonista del nostro Paese grazie alla sua nuova credibilità internazionale. Riaffermeremo il nostro impegno nei confronti dell’Europa (nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle normative 
comunitarie), la nostra alleanza con gli Stati Uniti d’America e la promozione nel mondo di istituzioni libere e democratiche.

3) Continueremo nell’azione di ammodernamento e di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e nella azione di contrasto ai privilegi, ai favoritismi e agli sprechi.

4) Continueremo a creare opportunità di lavoro per tutti, soprattutto per i giovani e per le donne.

5) Continueremo ad aumentare la sicurezza dei cittadini.

6) Continueremo nella nostra azione di aiuto e di sostegno alla famiglia, garantendo servizi pubblici sempre più di qualità nella scuola e nella sanità. E introducendo il quoziente familiare.

7) Continueremo la realizzazione del piano decennale delle grandi opere e l’azione di valorizzazione dei beni culturali quale fondamento della nostra identità e volano di sviluppo economico.

8) Continueremo a sostenere le imprese, ed in particolare le piccole e le piccolissime imprese, che sono gli insostituibili motori dello sviluppo economico e del mercato e continueremo nella politica di sostegno del made in Italy, garanzia di creatività e qualità in tutto il mondo.

9) Vareremo un importante programma di edilizia per chi necessita di una casa.

10) Ridurremo il costo dello Stato in modo da far pagare meno tasse ai cittadini.

Noi non dobbiamo cambiare campo. Come è evidente abbiamo già il nostro campo: il nostro programma di Governo e l’azione coerente e continua che ne è seguita, superando difficoltà e ostacoli nuovi ed imprevisti. E’ dunque 
ancora sul vecchio campo che ora dobbiamo e possiamo fare una nuova semina. Quelle che seguono sono alcune proposte che si sommano al nostro programma del 2001 ed all’azione in corso da parte del nostro Governo. Sono proposte concentrate in settori specifici, che vanno dalla finanza pubblica all’ordine pubblico, dal fisco allo sviluppo economico, dalla competitività alla ricerca, dal Sud fino alla nostra speranza di vivere e far vivere gli italiani in una società più solidale.

PUNTO N. 1: FAMIGLIA

1. La famiglia, intesa come comunità naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, è al centro di molte misure già varate in questi anni e sarà il centro privilegiato del rapporto fiscale basato sul criterio del quoziente familiare.

2. Il "Bonus bebè" per favorire la natalità. Sostegno alle famiglie meno agiate per l’acquisto di latte artificiale, fino a sei mesi di età dei nuovi nati.

3. Creazione sul modello francese, di un libretto vincolato per ogni nuovo nato, per aiutare le famiglie nel costo degli studi. Sostegno alle famiglie per una effettiva libertà di scelta educativa tra scuola pubblica e scuola privata.

4. Prosecuzione del piano di investimenti in asili aziendali e sociali, attraverso detassazione e fondi pubblici. 

5. "Bonus locazioni", per aiutare le giovani coppie e i meno abbienti a sostenere l’onere degli affitti.

PUNTO N. 2: SUD

Piano decennale straordinario per il superamento della questione meridionale

1. Potenziamento, completamento e realizzazione delle infrastrutture previste nel piano (porti, reti stradali e autostradali, Alta capacità ferroviaria, Ponte sullo stretto).

2. Federalismo fiscale solidale e misure di fiscalità di Sviluppo (compensativa) a favore delle aree svantaggiate.

3. Zone e porti franchi.

4. Contrasto alla criminalità organizzata.

5. Sviluppo Banca del Sud.

PUNTO N. 3: SVILUPPO ECONOMICO E COMPETITIVITA’

1. Creazione di un ulteriore milione di posti di lavoro, avendo come obiettivo la piena occupazione con particolare attenzione al Sud.

2. Le liberalizzazioni negli anni '90, avrebbero dovuto essere fatte prima delle privatizzazioni od in parallelo a queste e non dopo. E’ stato fatto il contrario creando così monopoli o quasi monopoli. Occorre quindi più concorrenza nella gestione dei servizi in settori nevralgici come le banche, le assicurazioni, l’energia, le autostrade, le telecomunicazioni. Introduzione del principio della libera, immediata e gratuita "portabilità" del proprio conto da una banca all’altra (come per i telefonini) per far crescere la competizione bancaria.

3. Nuova legge sulle professioni.

4. Per far ripartire l’economia:

I detassazione degli utili reinvestiti in attivi produttivi;

II prosecuzione e sviluppo della riduzione del cuneo fiscale;

III detassazione integrale degli straordinari;

IV rimborsi IVA in tempo commerciale (da 60 a 90 giorni), per lasciare liquidità nelle imprese;

V obbligo di versamento IVA solo dopo il reale incasso della fattura, per non penalizzare le imprese che già hanno problemi di clientela insolvente.

5. Sviluppo ulteriore della nuova legge sui distretti industriali.

6. Basic Tax del 5% omnicomprensivo, per microiniziative di giovani o anziani.

7. Abolizione totale della tassa sulle piccole insegne commerciali.

8. Graduale progressiva riduzione dell’IRAP. 

9. Riduzione IVA sul turismo, sul modello della Francia.

10. Misure fiscali di incentivo per l’attrazione in Italia di residenti esteri (come in altri Paesi).

11. Microcredito: superare da un lato l’usura e dall’altro lato il costo delle banche, utilizzando la sede degli sportelli postali per combinare la massa del microrisparmio con la domanda di microfinanziamenti per piccoli investimenti produttivi. Soprattutto da parte dei giovani.

12. Agricoltura: completamento del disegno strategico di questi anni da realizzare attraverso:

       

    1. - definizione d’intesa con le Regioni di un programma unico per integrare e coordinare gli interventi comunitari, le politiche di mercato, la ristrutturazioni delle grandi filiere nazionali, lo sviluppo delle misure e il sostegno dei distretti agricoli e agroalimentari introdotti con l’ultima legge finanziaria;

       

    2.  

    3. - consolidamento dei nuovi mercati locali di prodotti alimentari e di servizi nonché del rapporto diretto tra imprese agricole e consumatori;

       

    4.  

    5. - realizzazione di un Piano Unico di Sviluppo rurale di concerto con le Regioni;

       

    6.  

    7. - investimenti sul capitale umano per garantire un ricambio generazionale;

       

    8.  

    9. - rilettura della normativa sulla caccia e sui parchi alla luce delle più recenti esperienze applicative. 

PUNTO N. 4: FISCO

1. Proroga e attuazione della Legge delega per la riforma fiscale (2003), con l’obiettivo di portare la pressione fiscale sotto il 40% del prodotto interno lordo, con focalizzazione sulla famiglia attraverso una "no tax area" specifica. In particolare, si terrà conto della composizione del nucleo familiare (quoziente familiare), del lavoro della casalinga (lavori di cura), dei disabili e degli anziani a carico.

2. Avanzamento delle misure di contrasto all’evasione fiscale già contenute nella legge finanziaria: riforma della riscossione esattoriale, potenziamento della partecipazione dei Comuni all’accertamento tributario. Nuove misure per attivare il contrasto d’interessi tra prestatori di servizi e consumatori sul modello della detrazione del 36% per i lavori dell’edilizia abitativa.

3. Riforma degli studi di settore che sono alla base degli accertamenti tributari partendo dalla conoscenza oggettiva delle realtà territoriali. In questa logica coinvolgendo anche i Comuni.

PUNTO N. 5: FINANZA PUBBLICA

Dentro la struttura della nostra finanza pubblica, come si è via via formata in questi ultimi trenta anni, noi vediamo emergere 5 punti caratteristici essenziali: 

a) l’attivo è superiore al passivo. Il patrimonio pubblico (circa 1.800 miliardi di euro) è in specie superiore al debito pubblico (circa 1.500 miliardi di euro);

b) tutto il passivo è collocato come debito pubblico sul mercato, mentre la parte di attivo che potrebbe essere collocata e valorizzata sul mercato, fatta da azioni, aziende, immobili, crediti, diritti di concessione, etc. (fino al 40% del totale, fino a circa 700 miliardi di euro) è ancora in mano pubblica;

c) simmetricamente, il grosso del risparmio privato è direttamente ed indirettamente investito in passività (ed in specie in titoli del debito pubblico) e non in attività;

d) mentre quasi tutto il debito pubblico è del Governo centrale (dello Stato), il grosso del patrimonio pubblico che può essere collocato e valorizzato sul mercato – circa i due terzi del totale – è dei Governi locali (Regioni, Province, Comuni). Da ultimo, mentre il Governo centrale (lo Stato) tende a privatizzare, molti Governi locali seguono il processo opposto tendendo a pubblicizzare;

e) mentre quasi tutto il prelievo fiscale è centrale (dello Stato), la parte crescente della spesa pubblica discrezionale è locale (di Regioni, Province, Comuni).

La nostra proposta è un grande e libero patto tra Stato, Regioni, Province, Comuni, risparmiatori ed investitori.

Un patto che:

- realizzi il federalismo fiscale solidale, di cui all’art. 119 della Costituzione. L’attuazione di questo federalismo fiscale è ormai da tutti considerata necessaria. Non sarà causa di aumento, ma all’opposto di riduzione della spesa pubblica. Maggiore trasparenza dei conti, maggiore efficienza, minore evasione e minori sprechi. Soprattutto maggiore e più diretto controllo da parte dei cittadini sul governo della cosa pubblica;

- riduca il debito dello Stato, immettendo sul mercato una quota corrispondente di patrimonio pubblico;

- offra a risparmiatori ed investitori maggiori e migliori opportunità di impiego privato dei loro capitali.

Gli effetti finali attesi sono: abbattimento del debito pubblico; minore costo del debito pubblico residuo; maggiore trasparenza, responsabilità ed efficienza della spesa pubblica; rilancio dell’economia. Solo su questa base, non aumentando le tasse sulla casa, sul risparmio, sulle partite IVA, ma abbattendo la manomorta del debito pubblico, l’Italia può ripartire. L’effetto positivo cumulato atteso è stimabile in termini di 1 punto di prodotto interno lordo di minore spesa pubblica corrente e di 1 punto di prodotto interno lordo di maggiore crescita. Sommando questi effetti con gli effetti dell’azione concreta già avviata contro l’evasione fiscale, per ridurla del 30% (con la riforma delle esattorie, con il potenziamento della partecipazione dei Comuni all’accertamento, con il potenziamento dell’amministrazione finanziaria, con il progetto della riforma dal basso e non dall’alto degli studi di settore), possiamo assumere che tutte le ipotesi di intervento di finanza pubblica presenti in questo programma siano ampiamente coperte. 

PUNTO N. 6: CASA

1. "Piano casa": realizzazione del piano attraverso il riscatto da parte degli inquilini delle case di proprietà pubblica e conseguente finanziamento di mutui per acquisto, affitti e costruzione di abitazioni per giovani coppie, nonché forme di "RISPARMIO CASA" sul modello tedesco e austriaco.

2. Detassazione degli investimenti in riscaldamento e/o difesa termica delle abitazioni.

3. Detassazione degli investimenti per la costruzione nelle città di nuovi posti-auto sotterranei.

4. Fondo pubblico di garanzia per i mutui contratti dai condomini per le opere di manutenzione e/o ristrutturazione.

5. Stabilizzazione definitiva delle norme fiscali (IVA + Imposte dirette) sui lavori di ristrutturazione edilizia.

6. Applicazione della Legge Obiettivo anche alle città con agevolazioni agli interventi di riqualificazione urbana/demolizioni/ricostruzioni.

PUNTO N. 7: SANITA’

1. Completamento del piano per l’eliminazione delle liste d’attesa.

2. Incremento dei fondi per la ricerca sanitaria. 

3. Riforma della Legge 180 (malati di mente), fortemente avvertita dalle famiglie.

4. Educazione sanitaria nelle scuole.

5. Misure di prevenzione per le popolazioni giovanili e quelle immigrate.

PUNTO N. 8: RICERCA ED ENERGIA

1. Libera trasformabilità delle Università in Fondazioni, in modo da aprire le università italiane ai contributi della società civile, al mercato, all’estero.

2. Incremento degli investimenti pubblici in ricerca pubblica e privata.

3. Importazione tale e quale dalla Francia in Italia dei 4 "fondi di fondi" per finanziare gli investimenti in ricerca.

4. Raddoppio della detassazione degli utili se reinvestiti in ricerca ed innovazione tecnologica.

5. Realizzazione dei rigassificatori già autorizzati (Nord, Centro, Sud) per ridurre la nostra dipendenza dall’estero.

6. Realizzazione di termovalorizzatori eliminando lo scandalo della spedizione all’estero dei rifiuti solidi urbani (applicando il principio di responsabilità nazionale e locale: tanto si produce, tanto si deve smaltire).

7. Incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all’uso efficiente di energia, alle fonti rinnovabili (vere, non assimilate), dal solare al 
geotermico, dall’eolico alle biomasse, ai rifiuti urbani, per ridurre i costi dell’energia per le famiglie e per le imprese.

8. Diversificazione del funzionamento degli impianti elettrici ad olio combustibile attraverso il ricorso al carbone pulito.

9. Partecipazione ai progetti europei di sviluppo del nucleare di ultima generazione.

PUNTO N. 9: SOCIETA’ SOLIDALE

1. Incremento ad 800 euro delle pensioni minime, oggi a 551 euro e mantenimento del potere di acquisto delle pensioni, attraverso il recupero dell’inflazione.

2. Agevolazioni per le persone oltre i settant’anni, come ad esempio: eliminazione canone TV; carta oro per accesso gratuito a viaggi ferroviari, teatri, cinema, stadi, etc..

3. Continuità nell’assegnazione di libri di scuola gratuiti per le famiglie meno agiate ed estensione fino al 18° anno di età per garantire la fruizione del diritto/dovere all’istruzione.

4. Stabilizzazione del 5x1000 ed estensione all’intera quota di imposte per volontariato, non-profit, ricerca, etc..

5. Introduzione di un secondo 5x1000 a sostegno delle famiglie con disabili.

6. Tesseramento ed assicurazione gratuita dei giovani che praticano sport. 

7. In conseguenza dell’abolizione della leva obbligatoria, potenziamento del servizio civile nazionale, per i giovani, su base volontaria.

PUNTO N. 10: GIUSTIZIA E SICUREZZA TERRITORIALE

Terminare l’opera intrapresa nella legislatura 2001/2006 con il completamento della riforma dei codici e la definitiva razionalizzazione delle leggi esistenti con particolare attenzione ai seguenti punti:

1. Sicurezza del territorio. I cosiddetti piccoli reati sono un grande problema per i cittadini: furto in appartamento, furto d’auto, spaccio di droga, prostituzione, etc.

La repressione di questi reati deve essere fatta con l’inasprimento delle pene, in loco ed in tempo rapido, correggendo tanto le leggi degli anni ’90 che hanno allontanato gli Uffici giudiziari dai territori dove erano commessi i reati, quanto attuando l’art. 106 secondo comma della Costituzione.

2. Aumento fino a diecimila unità dei poliziotti e dei carabinieri di quartiere e fondi di incentivazione per le polizie locali.

3. Rafforzamento del contrasto all’immigrazione clandestina e ingresso dei lavoratori nel Paese nei limiti stabiliti dalle quote, con precedenza ai Paesi che garantiscono la reciprocità dei diritti.

4. Certezza della pena, prevedendo che i condannati con sentenza definitiva scontino effettivamente la pena inflitta (con particolare attenzione per i reati contro la persona). Per i reati minori previsione di 
pene alternative al carcere quali i lavori socialmente utili al fine del reinserimento sociale del condannato.

5. Inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne e gratuito patrocinio a favore delle vittime di tali reati.

6. Completamento della riforma dell’ordinamento giudiziario. Dopo la distinzione delle funzioni tra Pubblico Ministero e Giudice già realizzata nella legislatura 2001/2006 è necessario passare ad una riforma di ancor maggior garanzia per i cittadini arrivando alla separazione delle carriere.

7. Attuazione dei principi costituzionali del giusto processo per una maggior tutela delle vittime e degli indagati.

8. Riformulazione dell’attuale normativa anche costituzionale in tema di responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati, al fine di aumentare le garanzie per i cittadini.

9. Completamento della riforma del codice di procedura civile con ulteriore snellimento dei tempi di definizione e particolare incentivo alle procedure extra giudiziali.

10. Riforma della normativa civile e penale relativa ai minori con l’istituzione del Tribunale della famiglia.

11. Riforma del codice penale in conformità ai principi del punto 4 (certezza della pena) e del codice di procedura penale in conformità del punto 7 (giusto processo). 

Questo programma completa e qualifica quanto è stato realizzato nella passata legislatura, consolidandone i risultati e rendendo irreversibile la trasformazione e la modernizzazione del Paese.

Roma, 24 febbraio 2006

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