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Bertinotti promette: nessuna rottura Stampa
Scritto da Administrator   
mercoledì, 22 febbraio 2006
 21/02/2006 

 

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Ha avuto il coraggio di sfidare Berlusconi nell’arena di Porta a Porta e lo ha perfino convinto ad andare dai giudici per riferire ciò che sapeva sul coinvolgimento dei Ds nel caso Unipol-Bnl. Fausto Bertinotti, segretario di Rifondazione comunista, è stato definito dal premier “il più tosto” degli avversari, colui che imporrà “i suoi programmi all’Unione”. Senz’altro Bertinotti non risparmia critiche ai propri alleati e dimostra di avere le idee molto chiare.

 

Le ha esposte con linguaggio quasi militare in occasione del faccia a faccia nella ‘terza camera’ di Bruno Vespa: “Bisogna intraprendere una politica vera e propria di aggressione alla rendita e all’evasione fiscale” e “riprendere un’offensiva sulla riforma sociale del Paese”, ha detto. Il leader di Rifondazione non ha esitato a definire “sbagliata” la scelta dei Ds di difendere la scalata di Consorte alla Bnl e ha ammesso di aver fatto il tifo per l’avversario spagnolo, il Banco de Bilbao. Non ha però messo in dubbio la moralità di D’Alema e Fassino affermando che è cosa “fuori discussione”.

 

Si è detto, invece, “preoccupato” sulla bozza del programma dell’Unione. Su alcuni punti, almeno, come i problemi relativi all’intervento pubblico, privatizzazioni e competitività, temi su cui c'è stato “un arretramento che io considero pericoloso”, ha dichiarato. Pericolosi, invece, per gli alleati sembrano alcune candidature che Bertinotti ha inserito nelle liste del Prc. Come la drag queen Vladimir Luxuria, perfetto testimone per la battaglia a favore dei Pacs in quanto “protagonista di una battaglia politico-culturale che ci ha anche aiutato a capire problemi cui non eravamo vicini”; e Francesco Caruso, leader dei Disobbedienti napoletani, che “esprime una parte significativa della società italiana, quella del Sud”.

 

Ma a parte queste scelte, che hanno fatto gridare allo scandalo il segretario dell’Udeur, Clemente Mastella, Bertinotti promette che non ci saranno fratture con gli alleati come nel 1998, se ci sarà un “programma comune, a cui tutti aderiamo”. E a chi insinua una sua futura candidatura alla presidenza alla Camera, il segretario Prc si limita a rispondere: “E’ presto per parlarne”.

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